martedì 22 maggio 2012

Il mangiadischi, siamo parte della musica


Ogni volta che qualcuno mi chiede , come hai fatto a finire in jamaica? Perchè proprio la jamaica? Comincio con il solito; ero promoter di reggae e dancehall music in Italia, lavoravo in europa e ovunque ci fossero comunità jamaicane, sono stato più volte e Londra, New York, Canada, sempre per lavoro o presunto tale, tutto ciò mi ha irrimediabilmente condotto in Jamaica, è stato quasi uno step naturale.
In questo modo convinco il mio interlocutore che la mia è stata una scelta dettata da vocazione profonda verso la Jamaica e la sua musica. Il tutto corrisponde a verità, niente di falso, niente da mostrare per farsi grandi e fighi, anzi è proprio per dimostrare che la mia non è stata fortuna, non volevo il paradiso come non mi sono mai sentito un asceta che segue una luce, un percorso...
Se devo essere sincero a volte non lo so bene neanche io perchè sono qua, e in definitiva credo che non ci sia una semplice formula che possa spiegarlo, esistono semplici frasi che possono fare sentire a proprio agio me e la persona con cui sto parlando, ma pretendere di dire: è per questa ragione. No non me la sento, almeno non in profondità.
Come ho scritto ripetutamente, qua di tempo ce ne è a volontà, a volte troppo, quando ti interroghi, e cerchi risposte la testa comincia a viaggiare, se le poni degli argini perchè cerchi soluzioni , segni o segnali di facile utilizzo, quasi da chat ,allora va bene , ma se vuoi arrivare ad aprire la porticina di uno dei castelli che hai costruito per aria e andare a vedere che cosa c'è dentro, quegli argini li devi abbattere e lasciare che la mente faccia il suo lavoro, i confini si dissolvono, tutto sembra più difficile e fumoso, mentre prima pensavi di avere la risposta adesso non solo non ci capisci niente, ma aumentano le domande, chiudi gli occhi, non fare niente, lascia andare.
Ti avvicini a un castello che vedi la per aria, non entri, ma fuori , in stile centro sociale vedi uno striscione in cui a caratteri cubitali c'è scritto: la musica come stato mentale, la musica come scelta.....sbammmmm
Eccola la costante di una vita! La musica!
Non il lavoro, non la famiglia, non la passione, ma la musica!
La musica ha sempre fatto parte di questi elementi della mia vita, i primi ricordi che ho sono in musica. Musica in senso lato intendo, non ho mai suonato uno strumento, mia madre e mio padre non sono maestri di conservatorio o musicisti geni ex frikkettoni sessattotini, certo mio nonno e suo fratello suonavano in una banda di paese, e ricordo benissimo quando mio nonno mi suonava la fisarmonica e mi incantavo a guardarlo mentre faceva uscire note da quello strano e affascinante oggetto, ma questa è un'altra storia .
Posso ripercorrere le tappe della mia vita pensando a quanto la mia vita fa parte della musica e non il contrario!
Flash di un bambino che ascolta Adriano Celentano con sua madre e si scatena a ballare “il tuo bacio è come un rock”, flash di un bambino che con il tovagliolo legato al collo a mo di far west mima perfettamente tutta la sigla di Sam il ragazzo del west, flash di un bambino che di nascosto dai genitori prende i pochi dischi che trova in casa e prova a farli girare nel giradischi, cambiando velocità da 78 a 45 a 33 chiaramente rovinandoli irrimediabilmente, flash dello stesso bambino con la prima cassetta regalata da sua madre, che quando entrò insieme a lui nel negozio chiese: vorrei una cassetta per lui, non so , una che potrebbe piacergli. Non so quanto si addice a un negozio di musica la modalità , mi dia un paio di scarpe che possano andare bene, ma sono sicuro che quel bambino ancora oggi ricorda la fierezza di uscire da quel posto con l'atteso regalo e correre a casa ad ascoltarlo, una volta , due volte, e ancora e ancora. Infinita è e rimarrà sempre la riconoscenza a sua madre per averlo aiutato a diffondere questo piacevole virus nella vene , che mai, ne con il vinile, ne con i cd, ne con gli mp3 se ne sarebbe andato...
Senza dubbio la musica tocca il profondo di quello che qualcuno può chiamare anima, non sono certo il primo a dirlo, bravo Enrico hai scoperto l'acqua calda, è vero, ma è fantastico pensarci, è fantastico pensare quanto ogni singolo momento della nostra vita sia legato a delle canzoni, pensateci, ogni delusione d'amore, ogni soddisfazione in amore, le amicizie, i lutti, le nascite, ognuno di noi sono certo che ricorda una canzone per determinati momenti della vita ed il bello è che rimane, non è qualcosa di passeggero, ma anzi, qualcosa di indelebile, profondamente impresso dentro, puoi tentare di far finta di dimenticare, magari di crescere, ma quella canzone non se ne andrà mai, è li, una nota, un intro, una battuta e ti riproietti quando ti sudavano le mani e non potevi controllare il battito del cuore prima di baciare la tua prima ragazza
In questo senso la musica non fa più parte di te,sei tu che sei parte della musica, non importa il genere , l'anno o l'autore, musica è musica punto.
Ma quindi sai suonare anche degli strumenti , che bello.
No neanche uno, non ci sono mai riuscito.
Ho provato senza nessun successo il classico flauto in prima media, la batteria e la chitarra con un professore blues man mitico delle medie, ma niente, il tempo , la coordinazione e Enrico vanno in direzioni diverse , non riescono a lavorare insieme.
Successivamente in adolescenza ho riprovato a prendere in mano il microfono, in qualche modo volevo entrare in una band, tutti i miei amici lo facevano, le sale prove del Diamante erano un punto di ritrovo. Prima provai a cantare, ma quanto sei stonato, poi a rappare, si hai le liriche ma lascia perdere, un tempo non troppo lontano non esistevano i programmi musica-fai da te per computer, o canti o impari a suonare uno strumento, una cosa che ho sempre fatto però è girare i dischi, e mi piaceva farlo davanti alla gente,per la gente
Mi ricorderò sempre un'animata discussione tra la leader di un gruppo allora abbastanza famoso e un dj conosciuto nelle mie zone che si stava preparando al dj set post concerto, lei senza mezzi termini gli disse:
“non dire che suoni, te la puoi menare fin che vuoi , ma non capirai mai la vera essenza della musica , tu la riproduci e basta, io la suono e quindi la vivo”
Forse è vero, quella del dj è la rivincita dei negati con gli strumenti, di coloro che amano si la musica , ma non riescono a farne di propria, possono solo replicare quella che gli altri hanno lasciato in dono sotto forma di raccolta o singolo.
Fattostà che con la raccolta delle sigle dei cartoni animati che mi portavo dietro da quando ero bambino ai tempi in cui si usava ascoltare le storie e le sigle nei mangiadisci, chi se lo ricorda più, non serviva neanche la corrente , inserivi la pizzetta vinilica e lui suonava, che magia..insomma con un centinaio di 45 giri trovati nella spazzatura iniziai per caso a fare il dj.
Avevo appena compiuto quattordici anni e frequentavo un sindacato studentesco con un piccola sede autogestita in centro, non ricordo chi o come ma riuscimmo a recuperare un vecchio impianto stereo con tanto di giradischi ogni domenica pomeriggio era festa.
Finalmente e in maniera abbastanza cosciente scoprii quanto era bello far ballare la gente, che emozione, si lo avevo gia fatto per i miei amici a casa mia o casa loro, ma adesso era diverso, ne ero cosciente e mi piaceva, mi sentivo il regista di una commedia, certo non ero su un palco con una chitarra scintillante e effetti metal pesissimi, ma la gente mi seguiva, ballava e si divertiva.
Questa cosa del dj io ho sempre pensato che o ce l'hai dentro o non ce l'hai, uno è dj non solo in pista ma nella vita, tuttora mi rendo conto che se devo ascoltare dei pezzi mi piace metterci mano, non importa quanta gente ho davanti, può esserci solo mia figlia a cui suono le sigle dei cartoni, quelle belle, suonate bene , non la robaccia di adesso, che mi viene da tagliarle e metterne una di seguito che ci sta bene che piace, che in quel momento fa effetto, quale miglior modo per comunicare?
Nel mio navigare nella musica ho attraversato svariati generi, in cui mi ci sono tuffato dentro prepotentemente, sempre facendo girare i dischi che la custodivano davanti alla gente.
Da un certo punto di vista i generi hanno condizionato molte scelte di vita , altro che semplici mode passeggere, il punk nella tarda adolescenza ha lasciato posto alla musica che arrivava da un isola di cui non sapevo praticamente niente , solo che ci aveva vissuto uno con i dreadlocks che si chiamava Bob Marley, fumava le canne come me, la sua musica era di ribellione come il punk ma non distruggeva, o meglio abbatteva muri ma in maniera diversa , il ritmo poi ti rapiva, ne volli sapere di più e iniziai a inserire nella mia scaletta pezzi suoi e di reggae, nel contempo iniziai a conoscere altre musiche che stavano tra il punk e il reggae, almeno a me sembrava cosi, si chiamavano soul, per lo più northern soul, e ska.
Chi seguiva quei generi un po' mi intimoriva un po' mi affascinava e scoprii che pure Bob era stato un rude boy, e lo ska che piaceva a me veniva da li, tutto dalla Jamaica? Possibile?
Era il tempo in cui le posse erano appena scese dal loro piedistallo e si andava sotto il ponte di via libia al raduno Tinte Forte per la presentazione del disco La Rapadopa. Per me era anche il tempo dei centri sociali e quello che veniva fuori dalla Jamaica si sposava perfettamente con tutto cio, qualcuno poi mi dissse che pure il rap in America fu inventato da jamaicani , che immigrati a New York iniziarono a parlare su delle basi, pazzesco, il mio amore cresceva di giorno in giorno, e la cosa che più adoravo fare era proprio suonare quella musica.
Se pensi alla Jamaica pensi alla spiaggia, e noi avevamo una spiaggia, era sul Po , ogni estate il fiume lasciava lunghi e sabbiosi spazi bianchi in cui mio nonno prima e mio padre dopo di lui andavano a fare il bagno da giovani, non potendo andare le domeniche nei dispendiosi lidi, cosi come facevano la maggioranza dei ferraresi di allora.
Noi cresciuti nell'era dell'inquinamento andavamo a passare le giornate, a pescare, prendere il sole, e fare falò notturni, quale migliore colonna sonora per questa situazione ? Ma il reggae chiaro! Bastò affittare un impianto al service dei concerti, comprare da bere, spargere la voce, e il falò diventò dancehall, e noi diventammo la crew di un sound system...alla jamaicana...cosi pensavamo...e cosi è stato.
Poi è un susseguirsi di serate, dancehall, amicizie, disamicizie, conoscenza della musica e quindi ammissione di ignoranza, parade e street parade, carri dei pirati, prove di documentari, sound in piazza, sound alle manifestazioni, concerti organizzati, mega eventi saltati, pacche nei denti, delusioni, collaborazioni video, viaggi sull'isola, voglia di saperne sempre di più, richiamo incontrollabile e profondo di andare a bere alla fonte, capire più che sapere, vivere più che vedere, chi ha creato questa cosa, chi la vive tutti i giorni, in tutti gli aspetti della vita, e allora ci provi, provi a creare un ponte , prima immaginario poi reale tra te e quello che cerchi.
Vai sull'isola una volta, ti sconvolge , vai la seconda , ti sconvolge ancora di più, fin che ti chiedi, ma io potrei viverci?
Mentre sei ancora li che ti interroghi e non riesci a risponderti in maniera adulta e razionale sei gia li che lotti per il permesso di soggiorno, che valuti la scuola per tua figlia, che capisci dove comprare l'olio extravergine di oliva che ti manca tanto, ti guardi indietro e sono passati anni, e ancora una volta ti fai domande, come ci sono arrivato a vivere qua?
Più in generale quando riesci a bere alla fonte ti accorgi che davanti a te hai tante strade, capisci che non hai bisogno di essere su un palco o in un back stage per vivere la musica.
La musica , permea ogni aspetto della vita , la musica è vita, nel bene e nel male, positivo e negativo, questa è la caratteristica che più mi ha sconvolto e forse attratto della Jamaica, quando vedo mia moglie che insegna ballo ai bambini dell'asilo e prapara la coreografia per la loro gara, quando vedo la maestra che balla lo ska perchè è ancora “la nostra musica popolare” , quando vedo mia figlia che per giocare balla con le sue amichette, quando salgo nel taxi la mattina e tutti cantano le nuove hits
Quando dico che la musica non solo fa parte di te, ma tu sei parte della musica, intendo il profondo e perlopiù inconscio legame che si instaura con questa magica cosa creata dagli uomini, una volta, per la vita!





enrico
22/05/2012 jamaica

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