Ogni volta che qualcuno mi chiede ,
come hai fatto a finire in jamaica? Perchè proprio la jamaica?
Comincio con il solito; ero promoter di reggae e dancehall music in
Italia, lavoravo in europa e ovunque ci fossero comunità jamaicane,
sono stato più volte e Londra, New York, Canada, sempre per lavoro o
presunto tale, tutto ciò mi ha irrimediabilmente condotto in
Jamaica, è stato quasi uno step naturale.
In questo modo convinco il mio
interlocutore che la mia è stata una scelta dettata da vocazione
profonda verso la Jamaica e la sua musica. Il tutto corrisponde a
verità, niente di falso, niente da mostrare per farsi grandi e
fighi, anzi è proprio per dimostrare che la mia non è stata
fortuna, non volevo il paradiso come non mi sono mai sentito un
asceta che segue una luce, un percorso...
Se devo essere sincero a volte non lo
so bene neanche io perchè sono qua, e in definitiva credo che non ci
sia una semplice formula che possa spiegarlo, esistono semplici frasi
che possono fare sentire a proprio agio me e la persona con cui sto
parlando, ma pretendere di dire: è per questa ragione. No non me la
sento, almeno non in profondità.
Come ho scritto ripetutamente, qua di
tempo ce ne è a volontà, a volte troppo, quando ti interroghi, e
cerchi risposte la testa comincia a viaggiare, se le poni degli
argini perchè cerchi soluzioni , segni o segnali di facile utilizzo,
quasi da chat ,allora va bene , ma se vuoi arrivare ad aprire la
porticina di uno dei castelli che hai costruito per aria e andare a
vedere che cosa c'è dentro, quegli argini li devi abbattere e
lasciare che la mente faccia il suo lavoro, i confini si dissolvono,
tutto sembra più difficile e fumoso, mentre prima pensavi di avere
la risposta adesso non solo non ci capisci niente, ma aumentano le
domande, chiudi gli occhi, non fare niente, lascia andare.
Ti avvicini a un castello che vedi la
per aria, non entri, ma fuori , in stile centro sociale vedi uno
striscione in cui a caratteri cubitali c'è scritto: la musica come
stato mentale, la musica come scelta.....sbammmmm
Eccola la costante di una vita! La
musica!
Non il lavoro, non la famiglia, non la
passione, ma la musica!
La musica ha sempre fatto parte di
questi elementi della mia vita, i primi ricordi che ho sono in
musica. Musica in senso lato intendo, non ho mai suonato uno
strumento, mia madre e mio padre non sono maestri di conservatorio o
musicisti geni ex frikkettoni sessattotini, certo mio nonno e suo
fratello suonavano in una banda di paese, e ricordo benissimo quando
mio nonno mi suonava la fisarmonica e mi incantavo a guardarlo mentre
faceva uscire note da quello strano e affascinante oggetto, ma questa
è un'altra storia .
Posso ripercorrere le tappe della mia
vita pensando a quanto la mia vita fa parte della musica e non il
contrario!
Flash di un bambino che ascolta Adriano
Celentano con sua madre e si scatena a ballare “il tuo bacio è
come un rock”, flash di un bambino che con il tovagliolo legato al
collo a mo di far west mima perfettamente tutta la sigla di Sam il
ragazzo del west, flash di un bambino che di nascosto dai genitori
prende i pochi dischi che trova in casa e prova a farli girare nel
giradischi, cambiando velocità da 78 a 45 a 33 chiaramente
rovinandoli irrimediabilmente, flash dello stesso bambino con la
prima cassetta regalata da sua madre, che quando entrò insieme a
lui nel negozio chiese: vorrei una cassetta per lui, non so , una che
potrebbe piacergli. Non so quanto si addice a un negozio di musica la
modalità , mi dia un paio di scarpe che possano andare bene, ma sono
sicuro che quel bambino ancora oggi ricorda la fierezza di uscire da
quel posto con l'atteso regalo e correre a casa ad ascoltarlo, una
volta , due volte, e ancora e ancora. Infinita è e rimarrà sempre
la riconoscenza a sua madre per averlo aiutato a diffondere questo
piacevole virus nella vene , che mai, ne con il vinile, ne con i cd,
ne con gli mp3 se ne sarebbe andato...
Senza dubbio la musica tocca il
profondo di quello che qualcuno può chiamare anima, non sono certo
il primo a dirlo, bravo Enrico hai scoperto l'acqua calda, è vero,
ma è fantastico pensarci, è fantastico pensare quanto ogni singolo
momento della nostra vita sia legato a delle canzoni, pensateci, ogni
delusione d'amore, ogni soddisfazione in amore, le amicizie, i lutti,
le nascite, ognuno di noi sono certo che ricorda una canzone per
determinati momenti della vita ed il bello è che rimane, non è
qualcosa di passeggero, ma anzi, qualcosa di indelebile,
profondamente impresso dentro, puoi tentare di far finta di
dimenticare, magari di crescere, ma quella canzone non se ne andrà
mai, è li, una nota, un intro, una battuta e ti riproietti quando ti
sudavano le mani e non potevi controllare il battito del cuore prima
di baciare la tua prima ragazza
In questo senso la musica non fa più
parte di te,sei tu che sei parte della musica, non importa il genere
, l'anno o l'autore, musica è musica punto.
Ma quindi sai suonare anche degli
strumenti , che bello.
No neanche uno, non ci sono mai
riuscito.
Ho provato senza nessun successo il
classico flauto in prima media, la batteria e la chitarra con un
professore blues man mitico delle medie, ma niente, il tempo , la
coordinazione e Enrico vanno in direzioni diverse , non riescono a
lavorare insieme.
Successivamente in adolescenza ho
riprovato a prendere in mano il microfono, in qualche modo volevo
entrare in una band, tutti i miei amici lo facevano, le sale prove
del Diamante erano un punto di ritrovo. Prima provai a cantare, ma
quanto sei stonato, poi a rappare, si hai le liriche ma lascia
perdere, un tempo non troppo lontano non esistevano i programmi
musica-fai da te per computer, o canti o impari a suonare uno
strumento, una cosa che ho sempre fatto però è girare i dischi, e
mi piaceva farlo davanti alla gente,per la gente
Mi ricorderò sempre un'animata
discussione tra la leader di un gruppo allora abbastanza famoso e un
dj conosciuto nelle mie zone che si stava preparando al dj set post
concerto, lei senza mezzi termini gli disse:
“non dire che suoni, te la puoi
menare fin che vuoi , ma non capirai mai la vera essenza della
musica , tu la riproduci e basta, io la suono e quindi la vivo”
Forse è vero, quella del dj è la
rivincita dei negati con gli strumenti, di coloro che amano si la
musica , ma non riescono a farne di propria, possono solo replicare
quella che gli altri hanno lasciato in dono sotto forma di raccolta o
singolo.
Fattostà che con la raccolta delle
sigle dei cartoni animati che mi portavo dietro da quando ero bambino
ai tempi in cui si usava ascoltare le storie e le sigle nei
mangiadisci, chi se lo ricorda più, non serviva neanche la corrente
, inserivi la pizzetta vinilica e lui suonava, che magia..insomma con
un centinaio di 45 giri trovati nella spazzatura iniziai per caso a
fare il dj.
Avevo appena compiuto quattordici anni
e frequentavo un sindacato studentesco con un piccola sede
autogestita in centro, non ricordo chi o come ma riuscimmo a
recuperare un vecchio impianto stereo con tanto di giradischi ogni
domenica pomeriggio era festa.
Finalmente e in maniera abbastanza
cosciente scoprii quanto era bello far ballare la gente, che
emozione, si lo avevo gia fatto per i miei amici a casa mia o casa
loro, ma adesso era diverso, ne ero cosciente e mi piaceva, mi
sentivo il regista di una commedia, certo non ero su un palco con una
chitarra scintillante e effetti metal pesissimi, ma la gente mi
seguiva, ballava e si divertiva.
Questa cosa del dj io ho sempre pensato
che o ce l'hai dentro o non ce l'hai, uno è dj non solo in pista ma
nella vita, tuttora mi rendo conto che se devo ascoltare dei pezzi mi
piace metterci mano, non importa quanta gente ho davanti, può
esserci solo mia figlia a cui suono le sigle dei cartoni, quelle
belle, suonate bene , non la robaccia di adesso, che mi viene da
tagliarle e metterne una di seguito che ci sta bene che piace, che in
quel momento fa effetto, quale miglior modo per comunicare?
Nel mio navigare nella musica ho
attraversato svariati generi, in cui mi ci sono tuffato dentro
prepotentemente, sempre facendo girare i dischi che la custodivano
davanti alla gente.
Da un certo punto di vista i generi
hanno condizionato molte scelte di vita , altro che semplici mode
passeggere, il punk nella tarda adolescenza ha lasciato posto alla
musica che arrivava da un isola di cui non sapevo praticamente niente
, solo che ci aveva vissuto uno con i dreadlocks che si chiamava Bob
Marley, fumava le canne come me, la sua musica era di ribellione come
il punk ma non distruggeva, o meglio abbatteva muri ma in maniera
diversa , il ritmo poi ti rapiva, ne volli sapere di più e iniziai a
inserire nella mia scaletta pezzi suoi e di reggae, nel contempo
iniziai a conoscere altre musiche che stavano tra il punk e il
reggae, almeno a me sembrava cosi, si chiamavano soul, per lo più
northern soul, e ska.
Chi seguiva quei generi un po' mi
intimoriva un po' mi affascinava e scoprii che pure Bob era stato un
rude boy, e lo ska che piaceva a me veniva da li, tutto dalla
Jamaica? Possibile?
Era il tempo in cui le posse erano
appena scese dal loro piedistallo e si andava sotto il ponte di via
libia al raduno Tinte Forte per la presentazione del disco La
Rapadopa. Per me era anche il tempo dei centri sociali e quello che
veniva fuori dalla Jamaica si sposava perfettamente con tutto cio,
qualcuno poi mi dissse che pure il rap in America fu inventato da
jamaicani , che immigrati a New York iniziarono a parlare su delle
basi, pazzesco, il mio amore cresceva di giorno in giorno, e la cosa
che più adoravo fare era proprio suonare quella musica.
Se pensi alla Jamaica pensi alla
spiaggia, e noi avevamo una spiaggia, era sul Po , ogni estate il
fiume lasciava lunghi e sabbiosi spazi bianchi in cui mio nonno prima
e mio padre dopo di lui andavano a fare il bagno da giovani, non
potendo andare le domeniche nei dispendiosi lidi, cosi come facevano
la maggioranza dei ferraresi di allora.
Noi cresciuti nell'era
dell'inquinamento andavamo a passare le giornate, a pescare, prendere
il sole, e fare falò notturni, quale migliore colonna sonora per
questa situazione ? Ma il reggae chiaro! Bastò affittare un impianto
al service dei concerti, comprare da bere, spargere la voce, e il
falò diventò dancehall, e noi diventammo la crew di un sound
system...alla jamaicana...cosi pensavamo...e cosi è stato.
Poi è un susseguirsi di serate,
dancehall, amicizie, disamicizie, conoscenza della musica e quindi
ammissione di ignoranza, parade e street parade, carri dei pirati,
prove di documentari, sound in piazza, sound alle manifestazioni,
concerti organizzati, mega eventi saltati, pacche nei denti,
delusioni, collaborazioni video, viaggi sull'isola, voglia di
saperne sempre di più, richiamo incontrollabile e profondo di andare
a bere alla fonte, capire più che sapere, vivere più che vedere,
chi ha creato questa cosa, chi la vive tutti i giorni, in tutti gli
aspetti della vita, e allora ci provi, provi a creare un ponte ,
prima immaginario poi reale tra te e quello che cerchi.
Vai sull'isola una volta, ti sconvolge
, vai la seconda , ti sconvolge ancora di più, fin che ti chiedi, ma
io potrei viverci?
Mentre sei ancora li che ti interroghi
e non riesci a risponderti in maniera adulta e razionale sei gia li
che lotti per il permesso di soggiorno, che valuti la scuola per tua
figlia, che capisci dove comprare l'olio extravergine di oliva che ti
manca tanto, ti guardi indietro e sono passati anni, e ancora una
volta ti fai domande, come ci sono arrivato a vivere qua?
Più in generale quando riesci a bere
alla fonte ti accorgi che davanti a te hai tante strade, capisci che
non hai bisogno di essere su un palco o in un back stage per vivere
la musica.
La musica , permea ogni aspetto della
vita , la musica è vita, nel bene e nel male, positivo e negativo,
questa è la caratteristica che più mi ha sconvolto e forse attratto
della Jamaica, quando vedo mia moglie che insegna ballo ai bambini
dell'asilo e prapara la coreografia per la loro gara, quando vedo la
maestra che balla lo ska perchè è ancora “la nostra musica
popolare” , quando vedo mia figlia che per giocare balla con le sue
amichette, quando salgo nel taxi la mattina e tutti cantano le nuove
hits
Quando dico che la musica non solo fa
parte di te, ma tu sei parte della musica, intendo il profondo e
perlopiù inconscio legame che si instaura con questa magica cosa
creata dagli uomini, una volta, per la vita!
enrico
22/05/2012 jamaica